IL PICCOLO PIERO CHIGIOTTI

Qualche settimana fa un nuovo iscritto al nostro sito, Filippo Muratori, aveva chiesto notizie di un suo avo, Piero Chigiotti, convittore a Spoleto nei primi anni del secolo scorso, qui morto di meningite il 22 settembre 1906. Avevamo promesso di rintracciare notizie di questo nostro compagno di tanto tempo fa e, naturalmente, ci siamo dati da fare, sfogliando l’archivio del Convitto. Non ricordavamo di aver già raccolto i documenti che lo riguardano in una piccola cartella, contenente tre lettere d’ufficio e due tenere lettere di Luisa Chigiotti, sorella di Piero e nonna del signor Filippo.

 

E’ intercorsa una breve corrispondenza col signor Filippo, cui abbiamo inviato i cinque documenti, e la cui risposta finale è stata mesta e sconsolata:

“… grazie di cuore. Si conclude così la mia ricerca partita da alcune note di lettere sparse della nonna Luisa a mia mamma. una conclusione amara che fa pensare come a volte si possa preferire il non sapere. Dopo la lettura di qualche centinaio di lettere, ormai identificato a Luisa, resta in me il
grande desiderio, come dice Luisa, di una foto di gruppo con la classe di quel periodo dove potrei anche solo immaginare il volto di questo mio avo. Chissà che inserendo i documenti nel vostro sito non possa emergere qualcosa…”

Abbiamo chiesto il permesso di poter divulgare quei documenti e la risposta è stata affermativa e cortese:

“… senz’altro può mettere nel sito tutto ciò che ritiene opportuno; ed anche i miei personali complimenti per il funzionamento che assomiglia a quello presente nell’isola di Long Island relativo agli arrivi degli immigrati in America. Chissà che la pubblicazione non possa permettere di avere una foto del gruppo di quel tempo che le ricordo essere Luglio-Settembre 1906. Mi piacerebbe proprio poter immaginare in una foto di gruppo chi potrebbe essere questo mio piccolo lontano parente…”.

Giriamo al nostro sito i complimenti del signor Filippo, perché continuiamo a credere nel valore tutt’altro che virtuale del sito, nella sua funzione unificatrice fra le generazioni attuata anche attraverso la storia e per mezzo di questa. Infatti, la piccola storia di Piero, e di Antonio Salis, entrato in Convitto una decina d’anni prima e accomunato a Piero dalla stessa sorte, ci parla di un tempo in cui si moriva di malattie e si poteva morire lontano da casa, già protagonisti di vicende personali e famigliari affrontate col piglio di “piccoli uomini”.

Come abbiamo scritto al signor Filippo, le carte che abbiamo raccolto parlano da sole, sia la breve corrispondenza della Presidenza del Consiglio d’Amministrazione dell’INOIS (doc. 1, doc. 2, doc. 3), sia le due lettere di Luisa Chigiotti (doc. 4, doc. 5),una delle quali reca nell’interlinea la bozza di risposta del Rettore Rubino:

“Risposta con commosso sentimento. Presso la Direzione del Cimitero esiste la registrazione della tumulazione. Ma dopo 10 anni anche le casse di zinco, se non riposte in loculi di proprietà, vengono aperte e le spoglie depositate nella fossa comune. Il Cav. Pavoni ricorda il decesso e gli onori resi alla salma, ma non ci sono più fotografie di gruppi e d’altra parte il Cav. non saprebbe assolutamente distinguere il giovinetto fra i compagni. Leonardo da Vinci sul Cenacolo non volle precisare i tratti del volto del Redentore.”

[Roberto Quirino]

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