IL CONVITTO E LE LEGGI RAZZIALI

Il 16 ottobre ricorreva il 70° Anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, con la deportazione ad Auschwitz di oltre 1000 persone, fra cui 200 bambini. Soltantoquindici uomini e una donna, Settimia Spizzichino, ritornò a casa dalla Polonia. Nessuno di quei duecento bambini è mai tornato.

Avremmo voluto ricordare anche noi puntualmente quel tragico fatto, ma lo facciamo adesso pubblicando quattro documenti dell’Archivio del nostro Convitto, risalenti all’indomani della promulgazione delle Leggi Razziali (vedi foto 1-4). Lette per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste da Benito Mussolini dal balcone del Municipio in occasione della sua visita alla città, esse furono abrogate con i regi decreti-legge nn. 25 e 26 del 20 gennaio 1944, emessi durante il Regno del Sud.

 

Sono documenti che nella loro brevità parlano da soli.

Il primo è del 24 ottobre 1938, pertanto di poco più di un mese dopo la lettura delle leggi: la Presidenza dell’INOIS chiede alla Direzione del Convitto di accertare la razza dei dipendenti e degli alunni.

La risposta del Generale Rubino è di quattro giorni dopo, certificante che nessuno del Convitto non sia di razza ariana, Direttore scrivente compreso.

Un mese dopo, una lettera del Direttore Capo dei Servizi, facendo seguito al precedente scambio epistolare, accompagna l’invio di moduli, che dovranno essere compilati dal personale dei due Convitti. La risposta del Convitto maschile, a firma di Giuseppe Tei, è del 6 dicembre seguente, con l’invio di 37 schede personali.

Crediamo che la pubblicazione di questi documenti possa interessare i frequentatori del nostro sito, che potranno così avere l’occasione per rievocare l’eventuale presenza nei convitti di personale o di ospiti di religione diversa dalla cattolica o provenienti da altre parti del mondo.

Buona lettura e, anche in questo caso, non fate mancare i vostri commenti.

Documenti Allegati (clicca per leggerli)

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