ASSOCIAZIONE EX CONVITTORI SPOLETO
26 MAGGIO 2013
Siamo riuniti oggi, come ogni anno, per il nostro incontro di ex convittori che qui hanno passato anni, più o meno lunghi , della gioventù e degli studi.
Ma l’incontro di oggi assume un rilievo particolare e nei nostri animi aleggia un senso di profonda tristezza perché manca il nostro amato Presidente, per me anche amico carissimo al quale ero particolarmente legato.
Egli ci ha lasciato da oltre un mese ma, credo di poter dire, anche interpretando il pensiero di tutti noi, amici ma manche semplici conoscenti, che il vuoto da Lui lasciato non sarà facilmente colmabile.
Se per Voi tutti, convittori e convittrici Mario, mi sia consentito di continuare a chiamarlo così, era un amico, per me era come un fratello.
Siamo stati in questo Convitto, insieme, dal 1938 al 1950 circa, avendo modo di conoscerci a fondo.
Anche dopo che ognuno di noi ha preso la propria strada professionale e familiare non ci siamo mai persi di vista.
In particolare poi, dopo la Sua nomina a Presidente della nostra Associazione avevamo preso l’abitudine di sentirci periodicamente, per telefono, e nelle nostre conversazioni Mario ha sempre tenuto in primo piano il problema dei giovani convittori e convittrici che, lasciato il Convitto, avrebbero dovuto affrontare la parte più difficile del loro percorso di vita e cioè la quotidianità, la ricerca di un posto di lavoro o gli studi universitari.
Da vari anni aveva anche portato avanti l’idea di assegnare un premio finale ai più meritevoli nello studio.
Ma negli ultimi quattro o cinque anni, nelle nostre conversazioni mi aveva rappresentato il Suo desiderio di creare, come Associazione, una Onlus per sopperire alle esigenze, in forma più consistente, di coloro che lasciavano il convitto per proseguire gli studi.
Me ne aveva parlato a lungo in più riprese; aveva voluto che gli indicassi la via più rapida e sicura per realizzare questo Suo sogno e ne avevamo parlato anche in un Consiglio di Amministrazione. Recentemente in una delle nostre ultime conversazioni telefoniche mi ha manifestato il desiderio di portarlo in esame alla prima Assemblea.
Non esito a dire, per l’affetto che a Lui mi ha sempre legato, che la realizzazione di questo Suo sogno gliela dobbiamo per quanto Lui si è speso al riguardo.
Credo che non possiamo fare a meno di ricordare, infine, quanto Mario abbia rappresentato anche per la Sua città, quanto abbia dato in campo artistico, intellettuale, di costume e teatrale.
Oggi Noi siamo qui anche per la cerimonia di intestazione di questa sala alla memoria del Nostro Presidente.
Non poteva non esserci questo meritato riconoscimento che lega in maniera ancora più indissolubile il Convitto al nostro caro Mario e che di esso ha fatto parte integrante più di ognuno di Noi.
Grazie Mario per quanto ci hai dato, per la profonda amicizia che ci ha legato. Stai sicuro che non ti dimenticheremo perché sei nel nostro cuore e nei nostri pensieri e vi rimarrai per sempre.
Tu da lassù ricordaci tutti e stai vicino a noi aiutandoci nella nostra quotidianità e nei nostri affanni.
(Pietro Ciacco)