l’Album Fotografico del Rettore Giuseppe Tei (clicca per guardarlo), che riproduciamo integralmente, col permesso di Giuseppe Spadaro, figlio di Luigi Spadaro, genero di Tei e a sua volta Rettore dal 1966 al 1971. Si tratta di 158 immagini, che Giuseppe Tei raccolse in un album, raccontandoci così cinquant’anni circa di storia del Convitto di Spoleto, della quale ci restituisce volti, persone e luoghi. Per chi vuole, questa straordinaria storia del Convitto, costituisce anche una piccola storia della fotografia e, attraverso essa, una storia del costume, dei luoghi, delle cose.
Riproduciamo le fotografie dell’album nell’ordine dato da Giuseppe Tei, in verità non cronologico né “filologico”, ma con una nostra licenza: l’inserimento, in apertura, della prima pagina di un altro album appartenuto a Tei, donatogli in occasione del primo raduno degli ex convittori, in cui poi egli raccolse la sua corrispondenza con autorità e con ex convittori. Vi campeggia la foto di Tei giovane, sulla tolda di un naviglio, mentre scruta l’orizzonte con un binocolo: posa “fotogenicissima”, probabilmente del tutto costruita, ma, proprio per questo, efficace introduzione alle altre immagini, che ritraggono il commendatore in pose sempre consapevoli del proprio ruolo, fiere, austere, severe. Solo a volte si legge sul suo viso un tenero compiacimento, che probabilmente nasconde anche un umanissimo imbarazzo. E’ il caso, per esempio, della foto n. 19, dove è circondato da un gruppo di convittrici. Nella n. 35, invece, sembra che il cipiglio di un tempo sia ormai mitigato dalla consapevolezza di aver concluso un lungo percorso umano e lavorativo. Ed è su quest’ultimo aspetto che vogliamo soffermarci adesso, con particolare riferimento a tre serie di foto, abbastanza omogenee al loro interno. La prima è costituita dalle foto 37/45, del 1947, riferite alla colonia marina di Senigallia, forse la prima organizzata dall’ENPAS nel dopoguerra. La seconda comprende le foto 47/147, relative alla colonia di Monteluco, all’interno delle quali si possono riconoscere almeno tre “sottoserie”: le foto 47/62, con immagini di grandissimo interesse anche per gli spoletini, dedicate alla primissima colonia montana, allestita nel 1948 nell’ex eremo di S. Antonio Abate; le foto 63/147, dedicate alla costruzione dell’edificio apposito sul Monteluco (foto 63/66 e 65) e all’attività climatica, dall’inaugurazione al 1965, l’anno precedente il pensionamento di Tei. La terza serie (149/152) comprende le immagini del Convitto di Piazza Campello, restaurato e rinnovato, con le nuove aule e le nuove camerate. Sia della Colonia di Monteluco sia del rammodernamento del Convitto, Giuseppe Tei fu tenace assertore, facendone un po’ le sue proprie “creature”, di cui andare giustamente orgoglioso.
[Roberto Quirino]