A corredo dell’articolo di Francesco Tortora e dei contributi dell’Ufficio Marketing del Convitto Unificato, “Il Convitto di Spoleto è in continua evoluzione”, pubblichiamo un’eliografia (clicca per scaricarla) che fa parte degli incartamenti relativi al progetto di restauro e di rifacimento del complesso di S. Simone, conservati nel nostro archivio. Probabilmente, nessuno degli ospiti del convitto, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, sa a chi si deve questa complessa opera, firmata da un illustre architetto del Novecento italiano, Eugenio Montuori (Pesaro, 1907 – Roma, 1982).
A Montuori, infatti, si devono importantissime realizzazioni del Razionalismo architettonico nel ventennio fascista, come la Città Universitaria di Roma, la città di Sabaudia fondata il 5 agosto 1933 e inaugurata il 15 aprile 1934, e la città mineraria di Carbonia, del 1936.
Nel 1943 Montuori costituisce lo Studio SCM, con Leo Calini e Alfredo Scalpelli, col quale partecipa alla ricostruzione post-bellica. A quest’intensa attività si devono la sistemazione dell’androne-biglietteria della Stazione Termini (1948-1950), i quartieri INA-Casa di Viareggio, Taranto, Pescara, Bologna, Torrespaccata a Roma. Agli anni Cinquanta risalgono il Convitto ENPAS di Spoleto (1954), il cinema Airone a Roma, il Palazzo della Stampa a Lungotevere Cenci.
Nel 1960 Montuori fonda l’Istituto Nazionale di Architettura e il decennio che segue vede lo studio SCM attivo a livello internazionale, soprattutto con la realizzazione della città indiana di Trombay (1960-1977), nei pressi di Mumbay, nell’ambito del programma per la produzione dell’energia atomica. Prosegue intanto l’attività italiana, con l’approfondimento del tema del palazzo per uffici, con il nuovo Piano Regolatore di Sabaudia, il Centro CONI di Tirrenia, la Fonte a Sangemini, il complesso scolastico di Gibellina e altre opere.
Nel 1973 Montuori è nominato Accademico di San Luca; muore nel 1982.
Roberto Quirino