Il Convitto INOIS, tempera su tela, 1903 (firmato e datato in basso a destra; F. Pia vice-presidente dell’INOIS
Nel 1893 per opera dell’INOIS, un’associazione costituita nel 1890 tra gli impiegati ed i funzionari dello stato, nacque il Convitto di Spoleto, sotto l’alto patronato dei Sovrani Umberto e Margherita di Savoia, con lo scopo di assistere gli orfani degli impiegati civili dello stato.
Sua sede fu il complesso dell’antico convento francescano dei SS. Simone e Giuda, in piazza Bernardino Campello, concesso dal comune di Spoleto
Il vasto complesso subì le prime trasformazioni nel 1710, con l’ammodernamento della chiesa, nel 1863 la chiesa ed il convento furono completamente trasformati ed alterati sia nell’aspetto esterno che nelle strutture e negli ambienti interni, trasformati in caserma.
La struttura fu quindi destinata a Convitto cento diciotto anni fa’
Nel 1947 l’INOIS, è sciolto e le sue funzioni sono riprese dall’ENPAS. Nel corso dei tre decenni successivi, il convitto di Spoleto, riceve un impulso che renderà possibile il raggiungimento della loro massima efficienza e capienza.
Negli anni Cinquanta il Convitto di piazza Bernardino Campello è sottoposto ad integrali lavori d’ampliamento, che permettono di liberare gli ambienti ormai inadatti dell’ex convento di S. Simone. Un’ala del convento e il chiostro vengono completamente rammodernati all’interno,
I lavori conclusi nei primi anni Sessanta, conferiscono più moderna funzionalità agli ambienti del Convitto, ancora concepiti come luoghi collettivi, con grandi ambienti per lo studio, per il riposo notturno e per la refezione. La vita quotidiana dei convittori, e delle convittrici, è gestita in chiave para-militare: suddivisi in squadre, secondo l’età e le scuole frequentate, i convittori sono sottoposti ad una disciplina rigorosa, regolata dal suono della campanella che segnala gli orari della sveglia, dello studio, della ricreazione, dei pasti e del riposo notturno.
Negli anni Settanta, artefice di una forte evoluzione sia dal punto di vista gestionale sia da quello didattico-pedagogico, fu il Rettore Dott. Michele Milella, che si adoperò per bandire i metodi autoritari nella gestione quotidiana dei minori.
Dal 1984 diviene convitto unificato,a seguito della chiusura della struttura femminile di p.zza Carducci.
Nel 1991 il beneficio dell’ospitalità destinato solo agli orfani, viene esteso a tutti gli aventi diritto.
Il provvedimento dà un ulteriore impulso all’attività del Convitto, confermato nel 1994, quando all’ENPAS subentra l’INPDAP, il nuovo ente in cui confluiscono numerosi enti previdenziali ed assistenziali disciolti.
Alla fine degli anni Novanta inizia una politica di continuo aggiornamento alle nuove necessità dei giovani ospiti, che hanno ulteriormente modificato sia la struttura sia i processi educativi pedagogici, rendendo oggi il Convitto alla stregua di un modernissimo “College” che non ha nulla da invidiare a quelli inglesi o americani.
In tutti questi anni il Convitto ha conseguito con eccellenti risultati gli scopi per i quali era nato, ha svolto un’opera d’assistenza ad orfani e non, provenienti da ogni parte d’Italia, permettendo loro di crescere in un ambiente sano, essere educati con logiche pedagogiche all’avanguardia, seguire gli studi, e percepire i più alti valori che una vita comunitaria possa emanare, ancor più se si considera che pur avendone subito gli influssi di carattere militaresco almeno nella fase iniziale, si è riusciti a trasformare il Convitto in una scuola di vita laica aperta alla società sotto ogni profilo. Vi si sono formate personalità che hanno ricoperto ruoli rilevanti nella vita politica, amministrativa, religiosa e professionale della nostra società dando concretezza e certezza della validità di un’Istituzione come questa che sicuramente non potrà mai sostituirsi alla famiglia, ma laddove vi ricorrano i presupposti, si rivela ancora un supporto molto valido.
La struttura è continuamente sottoposta a lavori di rinnovamento, per renderla giustamente adeguata ai tempi mantenendo sempre alta l’attenzione ai bisogni ed alle necessità dei tanti giovani che vengono a Spoleto per studiare.
Per essi è…,, come lo è stata per tanti ex convittori, la loro seconda casa.
[Francesco Tortora]
BIBLIOGRAFIA
L’Umbria. Manuali per territorio. Spoleto (a cura di Lamberto Gentili, Luciano Giacchè, Bernardino Ragni, Bruno Toscano), Edindustria, Roma, 1978.
Bruno Rossi, Convitti a Spoleto nell’800 e nel ‘900, Spoleto, 1988.