Le cartelle che raccolgono i documenti delle convittrici e dei convittori, sistemati nell’archivio di piazza Campello, custodiscono una miniera di informazionbi e di notizie, non solo sui singoli ospiti dei convitti spoletini, ma anche sulla gestione di questi, sulle modalità di accoglienza e sul trattamento riservato ai giovani. Sfogliando i loro fogli, si ha la sensazione di effettuare un viaggio nel tempo, che è anche un viaggio fra cose e parole che quasi non esistono più, che rievocano, a loro volta, modi di vestire, di dire e di agire quotidiano, che appartengono al nostro mondo di ex convittori e che possono sembrare, ai nostri figli e nipoti, completamente desueti, immersi in un passato forse per loro quasi incomprensibile.
Dalla cartella di una convitttrice, ho tratto una nota di corredo del 1952: ho ritenuto opportuno cancellare nome e cognome della piccola, tranne il secondo nome, come per darle un’individualità. La direttrice era la dott. Elena Carbonara. Alle nostre amiche spetta, eventualmente, il compito di spiegare, a figli e nipoti, di che si tratta. Per chiunque ne abbia voglia, il nostro sito è a disposizione per commenti e considerazioni.clicca
Roberto Quirino