UNA VISITA AL RE

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Il Convitto Unificato INPDAP di Spoleto di Spoleto fu fondato nel 1893, sotto l’alto patronato dei Sovrani Umberto e Margherita di Savoia, per opera dell’INOIS (Istituto Nazionale Orfani Impiegati Civili dello Stato), associazione costituita nel 1890 tra impiegati e funzionari dello stato, con lo scopo di assistere gli orfani degli impiegati civili dello stato. Nel 1935 il Convitto divenne Istituto Nazionale Fascista, parte dell’Opera di previdenza per il personale civile e militare dello Stato, il sistema previdenziale ed assistenziale instaurato dal regime nel 1920 e regolato nel 1928. A pertire da questa data, infatti, l’adesione volontaria all’INOIS, da parte degli impiegati civili dello stato, divenne solo un titolo preferenziale per l’accoglimento degli orfani nei convitti spoletini, essendosi aggiunto nel 1924 anche il Femminile, in quanto i finanziamenti per le attività assistenziali iniziarono ad essere erogati direttamente dallo stato. Fino ad allora l’assistenza era stata possibile grazie alle quote d’iscrizione all’associazione, a sottoscrizioni e ad altre iniziative benefiche, alla vendita del Corpus Nummorum Italicorum, monumentale opera numismatica a tal fine voluta da Vittorio Emanuele III, e del ponderoso album fotografico L’Umbria Meridionale Monumentale e pittoresca, ad accordi e sinergie fra l’INOIS e il Comune di Spoleto. Di tali aspetti si occupò lo studioso spoletino Bruno Rossi nel suo “Convitti a Spoleto nell’800 e nel 900”, edito nel 1988 dalla Pro Loco di Spoleto, con particolare attenzione alle vicende legate alla fondazione del Convitto e ai rapporti per l’occasione intercorsi fra l’INOIS e il Comune di Spoleto. Rossi condusse le sue ricerche essenzialmente sulle carte dell’archivio comunale di Spoleto; probabilmente non gli fu possibile consultare quelle custodite in Convitto, raccolte e riordinate solo in tempi più recenti. Alcune fra queste sono esposte in una bacheca nell’ufficio del Dirigente, non solo le più significative dal punto di vista storico, ma anche quelle che testimoniano la vita quotidiana del convitto, regolamenti interni, registri e quaderni degli anni 20-30. Fra le prime è senz’altro notevole una lettera del 30 aprile 1911, in cui è narrata la visita al Re Vittorio Emanuele III da parte di Carlo Schanzer, presidente dell’INOIS dal 1903, in delegazione con alcuni membri del consiglio d’amministrazione dell’ente e della direzione del convitto. Carlo Schanzer (1865 –1953) è figura di un certo rilievo nella politica italiana del primo Novecento: fu Ministro degli Esteri e Ministro del Tesoro e delle Finanze nei governi Nitti e Facta, Senatore del Regno dal 1919, avvocato ed autore d’importanti testi e saggi di politica internazionale. Nel corridoio degli uffici del convitto di Spoleto è collocata una targa marmorea in sua memoria. La lettera è interessante per l’accurata descrizione del cerimoniale e per il rapido e sapido ritratto del sovrano, che declina per il momento l’invito ad una visita al convitto di Spoleto, a causa delle sue numerose occupazioni: “Oggi ho l’Inglese, domani viene il Francese, dopodomani lo Svedese”, alludendo agli ambasciatori dei diversi stati europei, e intrattiene i visitatori parlando di numismatica. Di particolarissimo interesse sono però, per noi, i passi in cui Schanzer ringrazia il sovrano “del dono dei proventi della sua opera a beneficio dell’Istituto degli orfani”, probabilmente riferendosi ai proventi derivati dalla vendita del primo volume del Corpus Nummorum, pubblicato negli ultimi mesi del 1910, e in cui ancora Schanzer accenna al Re “la speranza d’una proposta di legge per un contributo di tutti gl’impiegati a favore degli orfani”.

Come già notato da Bruno Rossi, più sopra, tale contributo fu formalizzato nel 1920, con l’istituzione dell’Opera di previdenza per il personale civile e militare dello Stato, disciplinata nel 1928. Esso fu convalidato dai provvedimenti legislativi successivi, come il R.D.L. n. 2287 del 16 dicembre 1937 e la Legge n. 870 del 7 aprile 1938.

L’Opera di previdenza sarà incorporata nell’ENPAS (Ente Nazionale fascista di Previdenza ed Assistenza per i dipendenti Statal) istituito con la L. n. 22 del 19 gennaio1942, nel cui ambito verrà costituito un Fondo di riserva, mediante l’accantonamento di una quota degli avanzi netti di esercizio, poi regolamentato dall’art. 30 del R. D. n. 917 del 26 luglio 1942.

E’ solo col Testo Unico delle norme sulle prestazioni previdenziali, il D.P.R. 1032 del 1973, che l’Opera di previdenza assume la denominazione di Fondo di previdenza e credito, a gestione autonoma, finanziato tramite il Contributo Previdenziale obbligatorio, versato al Fondo dall’Amministrazione cui il lavoratore appartiene.

Un’ulteriore indagine sui testi legislativi, pubblicati dalla Gazzetta Ufficiale, permetterà di delineare meglio la “storia del contributo previdenziale obbligatorio”, della quale, in un certo senso, è parte anche la lettera del convitto di Spoleto, di cui pubblichiamo l’immagine delle prime due pagine e la trascrizione completa, e di cui sarà interessante identificare, forse con altre indagini nell’archivio del convitto, il mittente (un certo Ettore, che presso il convitto sembra risiedere) e il destinatario (Peppino, fratello del mittente), membri del consiglio d’amministrazione dell’INOIS e della direzione del convitto dell’epoca.

[Roberto Quirino]

 

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